Se dici Freisa non puoi non pensare al vignaiolo Fivi Domenico Capello. 
E per Mimmo, la freisa, ha qualcosa di speciale:

"La Freisa è una scommessa, la Freisa significa riscatto personale. Ci credo e mi piace, basta e avanza per farne una bandiera."

Nel 1998 lascia il suo lavoro nelle Ferrovie dello Stato, un corso Onav a far cambiare binario alla vita e dedicarsi alla viticoltura. 
Un salto nel buio che lo porta sulle colline dell'astigiano, a Roatto, da sempre terra di Freisa, Barbera e Bonarda dove inizia la storia de @lamontagnetta, dei suoi 8 ettari circa di vigneto e dei suoi vini.

Nel restyling delle etichette abbiamo voluto sottolineare questo legame tra l'uomo e il vino. Entrambi al centro. Importanti, interdipendenti. Il nome del prodotto grande, a caratteri bastoni in rilievo braille. Il nome dell'azienda in lamina con un colore diverso per ogni vino. La firma di Domenico a siglare tutto.
Perché quando ci metti la faccia in quello che fai, non serve altro.

[Nè] è un nebbiolo in purezza spumantizzato con metodo charmat e firmato Benito Favaro, piccola realtà vinicola canavesana conosciuta per il suo Erbaluce.
[Nè] è anche l'espressione tipica con cui si riconosce ovunque un piemontese, un'esclamazione enfatica e interrogativa con cui vengono condite molte frasi.
Nell'etichetta abbiamo voluto racchiudere con un semplice lettering entrambi questi significati, nebbiolo e provenienza piemontese, con la semplice sillaba [Nè] racchiusa tra parentesi quadre, come in un vocabolario, per aiutare la pronuncia.
Una collaborazione tutta piemontese che esalta le eccellenze di settore presenti sul territorio: da Sovipi per la spumantizzazione a Ilma Etichette per la Stampa; da Icas Muselet, eccellenza canavesana e leader nella produzione di gabbiette a Intercap per il capsulone.

L'etichetta è stampata su carta Avery Denisson Fasson Pampa FSC, una carta bellissima e raffinata con un gioco di losanghe che imprezisiscono la superficie, perfetta per aggiungere valore al design minimal del Nè.

Barbacrò è il nuovo vino di casa Alemat. Rosso da uve autoctone piemontesi. Un vino cangiante dalle tante personalità ma sempre fedele a se stesso. È un uomo con i baffi, e che baffi! Arricciati, scompigliati, a volte demodè, a volte sofisticati. Sorride, è sorpreso o triste. Un po’ come tutti. Fa furore con le sue camicie colorate un po’ hipster e un po’ vigneron. E tante sono le sue anime quante sono le etichette, ognuna diversa. Ognuna con un diverso Barbacrò. Su questa etichetta è stata applicata la grafica variabile COLLAGE HP Indigo Digital SmartStream Designer che, grazie alla composizione randomizzata delle illustrazioni, ha permesso di personalizzare ogni etichetta rendendola unica. 13 baffi, 4 bocche, 5 nasi diversi si alternano a cambiarne l’espressione. Si muovono gli occhi, le farfalle volano libere, i colori delle camicie variano con l’applicazione degli Shuffle Spot Colors. Aggiunta di rilievo braille su nome e logo. Et voilà, le Barbacrò!

Il progetto è stampato su carta Fedrigoni Tintoretto Gesso

069 è il prefisso dell'area della città di Francoforte sul Meno. È più di un numero per chi vive questa città. Puoi dire Francoforte e pensare 069. E viceversa. È come una seconda pelle.

069 è anche una linea di tre vini: bianco, rosso e rosato, prodotti da Cantine Lavorata, storica azienda vinicola calabrese. Sono l'omaggio a questa bella città che si specchia nelle acque del Meno e che ha accolto i vini dell'azienda quando ad inizio anni '90 si è consolidata la sua presenza in Germania.

Nelle etichette il racconto non ha bisogno di molte parole. Parla la skyline della città, parla il numero 069. Parlano la carta Avery Dennison Fasson Cotton White e la lamina oro Kurz Luxor Alufin 425.
La stampa, accuratissima nei dettagli in lamina, è di Rotocel Etichette.

A Castagneto Carducci, tra le colline e il mare, si trova l’Azienda Serni Fulvio e Luigi.

Un’azienda a conduzione familiare, risultato della passione di due generazioni, che nei suoi circa 20 ettari esprime la vocazione agricola del territorio bolgherese divisa tra viticoltura, uliveti, frutteti e seminativi.

Nelle etichette, realizzate nel 2017, tutto ruota intorno al simbolo aziendale che riproduce l'edificio di forma poligonale della cantina.
Colorato per distinguere ogni prodotto, ripetuto per diventare elemento decorativo, a rilievo a secco e dettagli in lamina per impreziosire la superficie.

Le etichette sono realizzate su carta Arconvert Fedrigoni Acquerello Bianco e Avorio.

Appena fuori Piverone, se percorri la strada che porta dal paese al lago, ti imbatti in una piccola chiesa sconsacrata, da poco ristrutturata con maestria e garbo.
Affaccia sul vigneto Navione che Alberto e Marcello Borsetto conducono da anni e dove si son fatti ossa e muscoli prima di fondare la loro azienda vinicola.

Fratelli Borsetto è una delle nuove nate nella costellazione delle tante piccole aziende del vino del Canavese, creata da questa nuova generazione di giovani produttori con alle spalle due famiglie che le vigne della Serra d'Ivrea le conoscono bene.

Il loro primo vino è Navione, Erbaluce di Caluso docg. Prima annata 2020, uscito nel 2022 mostrando già, nella scelta di questa gestazione più lunga rispetto agli altri vini bianchi del territorio, una filosofia che ha come unità di misura il tempo, perfetto alleato per sottolineare la potenzialità del vino.

Il nostro lavoro sulla grafica dell'etichetta è stato un mettere in bella l'arte di Eugenio Pacchioli, poliedrico artista, uomo di scienza, arte e profonda cultura a cui siamo sinceramente affezionati.

Facendo eco a Marcello Borsetto sul suo profilo Instagram … We ❤️ #erbaluce. And you?

La linea di etichette di Dario di Vaira nasce dall'idea di coniugare due aspetti imprescindibili nella ricerca di identità di un vignaiolo: il legame con il territorio, e con le proprie radici, e l'affermazione della personalità e visione del produttore.
Il territorio si esprime nel semicerchio che compone la lettera D del logo Dario di Vaira dove viene stilizzato l'anfiteatro di Bolgheri. Al centro, un piccolo punto rappresenta il vignaiolo. L'immagine è anche l'astrazione di un ricordo infantile, di un attimo di fuga, un piccolo muretto circolare con al centro un leccio, un punto panoramico affacciato sul mare e collocato all'interno del Podere Clarice dove viene prodotto uno dei vini più importanti della gamma.

Lo sguardo verso il mare è ripreso nelle etichette del Bolgheri Superiore e del Clarice dove macchie di colore cangiante verde-blu marino raffigurano la trasformazione della materia, la creatività e pensiero del vignaiolo nel processo produttivo. La capacità di dominare l'imprevedibilità dell'annata e del vino, dando ordine e forma, è rappresentata dalla pulizia ed essenzialità delle etichette dove gli elementi grafici risaltano sulla purezza del bianco della carta Fedrigoni Arconvert Tintoretto Gesso Ultra WS.
 

Still life: Maurizio Gjivovich

TestaCalda è un Lambrusco di Sorbara in purezza ottenuto con metodo classico prodotto da Cantina di Soliera, uno spumante dagli aromi intensi e note eleganti.
Il trattore a "testa calda" monocilindrico è il fulcro dell'etichetta, disegnato con lo stile inconfondibile di Sara Paglia, illustratrice romana dal talento indiscutibile, capace di trasformare con un tratto a penna fotografie reali in immagini iconiche.

Il progetto delle etichette Folium, creato dalla collaborazione tra ArtevinoStudio e Ilma Etichette, nasce per sperimentare le potenzialità della stampa digitale HP Indigo e delle funzioni di grafica variabile di SmartStream Designer applicate al mondo del vino.
In particolare su Folium è stata usata la tecnica Mosaic che permette, attraverso la rotazione, l’ingrandimento, la riflessione e il cambio dei colori, di creare varianti grafiche a partire dall’applicazione di un unico pattern.
Dieci, cento, mille e più varianti in una sola stampa. Ogni etichetta è diversa dall’altra. Ogni etichetta è unica.
I due prodotti ideati per questa ipotetica linea, un vino rosso e un vino bianco, giocano con delle dominanti di colore che aiutano a distinguere i prodotti nella gamma. Ogni vino, pur nelle infinite soluzioni grafiche dell’etichetta, mantiene la sua riconoscibilità. L’uso di una fustella a forma di foglia, evocativa del nome Folium, insieme al rilievo braille sul brand e all’uso della nobilitazione Detalux© in rame, diventano caratteri costanti e ripetibili su ogni etichetta della linea e creano una complessiva riconoscibilità dell’immagine delle etichette

Still life: Maurizio Gjivovich

Il progetto dell’etichetta Betula Alba, creato dalla collaborazione tra ArtevinoStudio e Ilma Etichette, nasce per sperimentare le potenzialità della stampa digitale HP Indigo e delle funzioni di grafica variabile di SmartStreamDesigner applicate al mondo del vino.
Su Betula Alba sono state usate due tecniche che sfruttano la variabilità dei dati.
Da un lato una funzione grafica, quella di Collage, che permette di creare illustrazioni diverse su ogni etichetta a partire dall’elaborazione di una o più immagini di partenza. Dall’altra, una classica funzione di dati variabili che permette la numerazione progressiva delle etichette.
Dieci, cento, mille e più varianti in una sola stampa. Ogni etichetta è diversa dall’altra. Ogni etichetta è unica.
La scelta di un’immagine eterea e delicata come quella di un bosco di betulle crea un design pulito, raffinato ed elegante che ben si addice all’immagine grafica di un vino destinato ad un buon posizionamento di mercato. La lamina rame Kurz Luxor Alufin 396 e la carta Fedrigoni Arconvert Cotone Bianco aggiungono preziosità al prodotto. La numerazione progressiva aumenta ancora di più l’idea di esclusività e di unicità del vino. Al centro l’immagine sempre diversa cattura, come in uno scatto fotografico, le differenti prospettive di un infinito bosco di betulle bianche.

Still life: Maurizio Gjivovich

Pulite e senza orpelli. Minimali nell’aspetto ma non nella sostanza.

Le etichette di Tenuta di Carleone traducono nella veste grafica l’espressione dei vini che grazie a Sean O’Callaghan “Il Guercio” prendono forma a Tenuta di Carleone.

Nello stemma il leone rampante di Karl Egger, imprenditore austriaco proprietario di Carleone. In ogni etichetta la firma di Sean O’Callaghan, in basso a destra in rilievo a secco, un gioco di sobrietà stilistica che ammicca alla mano enologica che guida la cantina.

Per il resto, poche parole, quelle essenziali. Il nome del vino e l’annata. L’etichetta come specchio dell’autenticità ed espressività dei vini. Una carta importante, la Cotone Bianco di Fasson/Avery Dennison, a sottolineare la purezza e profondità della materia.

L’eleganza dell’Uno, de Il Guercio, del Chianti Classico e del Rosato, anime del Sangiovese in purezza e del Due, blend di sangiovese e minima percentuale di merlot.

Poi le etichette con i disegni di Alessandro Capra: il Tinto, 100% Alicante Bouschet in formato “fine bubbles” dal colore nero inchiostro; infine il Randagio, un piccolo Guercio con stessa vinificazione ma blend di Cabernet Sauvignon e Merlot.

Una grande mongolfiera dall'allure vintage domina l’etichetta. L’idea di leggerezza e spensieratezza in un'immagine accattivante e attrattiva a scaffale.

In secondo piano, in un gioco prospettico, altre piccole mongolfiere si librano in volo e invadono lo spazio visivo: piccole, grandi, solitarie, a gara per conquistare lo spazio visivo dell'osservatore. Mai uguali a se stesse.
Una linea di sei prodotti fortemente radicati nella tradizione vinicola piemontese di Andezeno, nel Chierese in provincia di Torino. Sei etichette con un unico filo conduttore dal punto di vista grafico ma distinte tra loro da differenze cromatiche che accentuano la riconoscibilità di ogni prodotto.

Questo, in sintesi, il progetto grafico per le nuove etichette della linea GDO dell’Azienda Vitivinicola Balbiano che ha accolto la nostra proposta di introdurre nel design un elemento ancora più caratterizzante che rendesse unico ogni prodotto.

Da questa sfida nasce l’applicazione, per la prima volta in Italia ad un prodotto in commercio nel comparto vino, della tecnologia di stampa con grafiche variabili HP Indigo Digital SmartStream Designer che attraverso la funzione COLLAGE permette di giocare sulla composizione randomizzata di immagini e illustrazioni rendendo ogni etichetta della gamma diversa dall'altra. 

La libertà di volare con la fantasia, liberi dalle zavorre ma con i piedi ben piantati per terra sulle esigenze del “comunicare il vino”, ci ha permesso di rendere unico questo progetto così come, in fondo, è unica la mano che vinifica e unici sono i vini e ogni singola bottiglia. 

Restyling delle etichette di una delle aziende storiche del territorio chiantigiano. I Gran Selezione Poggiarso e Casi sono l'espressione del singolo cru dove il carattere del vigneto viene valorizzato senza compromessi.
Le etichette riprendono un'immagine classica del castello rafforzando il concetto delle profonde e lontane radici che legano Castello di Meleto a queste terre.
A dare maggior eleganza la scelta della carta Avery Dennison Fasson Cotton White e delle lamine Kurz Luxoro Alufin Oro 429 N e Kurz Luxoro Satin Gloss.

"La parola “ALLUMEA” deriva dall’italiano “illuminazione” inteso come un periodo di realizzazione. In questo caso, si tratta della consapevolezza che dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere il nostro ambiente.

Il design dell'etichetta si ispira alle nostre pratiche agricole e di vinificazione che enfatizzano la biodiversità e il rispetto per la natura e i doni che porta. I delicati colori pastello che si mescolano ai neutri neri e bianchi rappresentano il delicato equilibrio tra l'uomo e la terra e l'attenta lavorazione artigianale che accompagna ogni bottiglia che viene prodotta. La vernice braille lucida viene utilizzata sul disegno dei fiori e degli insetti per sottolineare e porre l’accento sul tema della biodiversità. La forma particolare della fustella permette di creare una fusione tra i fiori esterni e la bottiglia, generando una transizione più sottile e naturale tra etichetta e vetro. I colori delicati, la carta dal tocco naturale, la vernice lucida e la fustellatura non regolare enfatizzano la sensazione naturale e organica del vino."

Elena Ciurletti - Orion Wines
 

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Il progetto è stato selezionato per la shortlist dei Pentawards 2021 nella categoria A.18 Private labels - Beverages

Sul confine della Valpolicella, dove i pascoli hanno lasciato il posto alla vigna, ha preso forma una piccola realtà di artigiani del vino con il cuore da avventurieri.
Contrada Palui ha l’anima di Hannes Pichler, altoatesino esperto in energie rinnovabili e amante del vino. Il pensiero rivolto al rispetto della natura e ad una filosofia enologica che non segue scuole di pensiero ma si radica sulla scelta di pratiche non invasive in vigna e in cantina per permettere ai vini di trovare il giusto contesto per esprimere la loro identità.

Sui questi terreni ricchi di calcare bianco, basalto nero e pietra focaia, trovano casa i suoi vini.
Il Graspo Alto, una versione di Valpolicella quotidiano ma con l’anima nobile. Una linea nera incide e attraversa l’etichetta: simboleggia l’altitudine delle vigne che con i loro 500 metri s.l.m. segnano il confine vitato dell’alta Valpolicella.
Il Campo Selce, Valpolicella Superiore che nel nome evoca la zona, una conca basaltica del tratto dorsale che sovrasta Trezzolano, dove furono rinvenute selci taglienti dell’età della pietra. Gli strati di questa roccia sedimentaria sono linee nere che segnano il bianco dell’etichetta. L’Amarone, con il suo grappolo stilizzato ed appassito, in uscita nel 2023. La semplicità delle etichette, realizzate su carta Fedrigoni Arconvert Cotone Bianco Ultra WS, si traduce in eleganza lasciando spazio all’identità del vino. 

A Poggibonsi, nel cuore del Chianti Classico, sorge l'antico borgo medioevale di Cinciano.
Il progetto grafico parte dall'ideazione del logo ispirato alla rappresentazione bidimensionale dell'architettura tipica delle pitture del medioevo. Il borgo diventa così il centro del logo creando un elemento riconoscibile e fortemente identificativo. La forma quadrata, che nel logo contrasta con il segno grafico quasi infantile del borgo, è ripresa nelle etichette dei vini che giocano sulla pulizia e l'ordine per concentrare l'attenzione sul marchio Cinciano.

L'azienda vinicola Michele Satta è una parte fondamentale della storia del vino di Bolgheri. 
I suoi vini, Piastraia, I Castagni, Coste di Giulia, Cavaliere, Giovin Re, Syrah e il Bolgheri Rosso, Rosato e Vermentino, sono conosciuti a livello internazionale.
Un restyle grafico mirato al rispetto dell'identità dell'azienda e alla riconoscibilità dei vini.

Fiore di NO è l'impronta digitale, la firma di Natalie Oliveros e de La Fiorita, azienda nel cuore di
Montalcino. Prodotto solo nelle migliori annate da una selezione di uve Sangiovese raccolte nelle parcelle più vocate, è l'essenza della singolarità dei vigneti, dell'armonia e dell'eleganza del Brunello di Montalcino.
L'uso della carta Savile Row Tweed Brown richiama la terra e la materia corposa di cui è composto il vino e contrasta con la lucentezza della lamina rosa API Foil 6274 che dona un vezzo femminile all'etichetta aggiungendo ulteriore eleganza alla stampa serigrafica.

Still life: Maurizio Gjivovich

Le etichette elaborate per l'Azienda Agricola La Colombiera sintetizzano, attraverso un segno grafico molto riconoscibile, l'anima territoriale dei vini.
Il simbolo aziendale è infatti una reinterpretazione moderna delle stele della Lunigiana, antiche ed enigmatiche figure scolpite nella pietra calcarea e realizzate tra l'età del rame e del ferro (tra il IV e I millennio a.C.). Il simbolo campeggia nelle etichette dalla fustella obliqua che rafforza lo stile contemporaneo del progetto e contribuisce a determinare la riconoscibilità delle bottiglie.
Il Vermentino è il vino che la fa da padrone in questa terra: da un lato il prodotto di punta, il Celsus, dove al bianco della carta e al nero della grafica si accompagna una lamina rame, in un gioco di rimandi che fa l'occhiolino alla storia, all'età del rame, e al sole della Liguria. Dall'altro lato è invece il colore verde-azzurro del mare e del cielo che identificano il Vermentino base.
A questi prodotti si affiancano il vino rosso Terrizzo e il rosato RosaCelsus

Le etichette di Podere Sottoilnoce raccontano una storia fatta di terra e di creature quasi oniriche, di un mondo dove la natura ha un ruolo centrale e dove l'uomo è al suo servizio nel mantenerne l'equilibrio. I disegni a china dell'illustratore Denis Riva sono il fulcro del racconto con cui Max Brondolo, vignaiolo di Castelvetro di Modena, descrive i suoi vini nati dall'idea di una gestione agronomica e produttiva naturale e, prima ancora, dal profondo rispetto per la natura.
Le etichette, stampate in quadricromia digitale su carta Fedrigoni Tintoretto Gesso UWS, avvolgono parzialmente la bottiglia sviluppando in orizzontale gli elementi grafici che, dall'illustrazione, seguono il senso di lettura verso destra incontrando il logo di Podere Sottoilnoce e la descrizione della filosofia aziendale. Se volete saperne di più, andate a cercare Max sotto il noce della vigna vecchia.

Still life: Maurizio Gjivovich

Il progetto Quinta della Luna nasce nel 2007 con l'ideazione del nome e del logo aziendale. Il legame con il territorio è forte: le Alpi friulane, su cui spicca il Colle della Luna, avvolgono e abbracciano idealmente l'azienda, creando uno sfondo quasi teatrale che ha evocato il nome Quinta della Luna. L'idea dell'avvolgenza si trasferisce alle etichette dei vini bianchi e rossi, dove è stata creata una particolare forma che abbraccia tutta la bottiglia. Il progetto si è sviluppato con la creazione dell'immagine coordinata, brochure e pieghevoli, sito web.

Regio, Luno, Laltro, Epoi.
I quattro vini che compongono la linea superiore a marchio Sasso dei Lupi, la più grande cantina cooperativa dell'Umbria, già dal nome esprimono carattere. E la loro indole si mostra nel colore del vino che risalta nel vetro trasparente: dal Rosso intenso di Cabernet Sauvignon e Sangiovese del Regio, all'ambrato del Grechetto nel Luno; dal ramato del Pinot Grigio del Laltro, al rosato di Sangiovese e Syrah dell'Epoi.
Le bottiglie si vestono di essenzialità ed eleganza mitigando la giocosità dei nomi dei vini attraverso una grafica pulita e minimale esaltata dalla carta bianca Ritrama Modì White barrierata.
Sottili linee curve richiamano il logo aziendale, reso brillante dal rilievo braille, e inquadrano i nomi dei vini ciascuno con un diverso colore di lamina della gamma Kurz Luxoro Alufin in tono con il colore del prodotto. Completa il packaging una capsula bianca dove il logo Sasso dei Lupi, in bianco “ton sur ton”, gioca a nascondino con l'osservatore.

Still life: Maurizio Gjivovich

Il progetto nasce nel 2008 con il restyling della linea di etichette di questa piccola ma prestigiosa cantina del nord del Piemonte. A questo si aggiunge lo studio dell'immagine coordinata composta dal nuovo logo, dai biglietti da visita, dalle cartelle porta-documenti, dai pieghevoli, dai cartoni e dal sito web. Nella linea di etichette ogni prodotto mantiene la sua forte identità che lo rende riconoscibile senza però tralasciare la visione di insieme del marchio aziendale.

Il colore profondo dell'inchiostro, l'aroma del cioccolato e del legno di sandalo. Questo è il vino affinato in legno e dal sapore dolce di un vino da meditazione. Poi c'è il mare con le sue onde, il vento tra i capelli, il fluttuare della vegetazione e le sagome dei trulli. Una grafica che esprime la natura irruente del Salento e che, partendo dall'etichetta, si estende e avvolge il packaging circondandolo nella sua interezza e restituendo i bagliori ramati del sole.
L'astuccio del Primitivo di Manduria “Mirea”, prodotto per il marchio Masseria Borgo dei Trulli di Orion Wines, è stampato su carta Fedrigoni Tintoretto Neve con dettagli in lamina rame Kurz Luxoro Alufin 396 che risaltano sul disegno monocromo in Pantone marrone 476 U.

Still life: Maurizio Gjivovich

Essenzialità e pulizia sono le parole chiave del progetto di etichette iniziato nel 2008 per Muralia, azienda vinicola nel cuore della Maremma Toscana. Nel corso degli anni la gamma di prodotti si è ampliata mantenendo però la caratteristica di etichette grandi ed avvolgenti che fanno risaltare il nome del prodotto e il logo. Alle etichette si aggiunge la progettazione del flyer e del materiale promozionale.

Terravita produce i suoi vini, Aimat e Solerica, a Suvereto nell'Alta Maremma Toscana in quella terra forte e schietta che alterna le colline e le piane del Cornia e del Milia, e intravede, a poca distanza, il mare.
Le etichette, stampate in quadricromia digitale HP Indigo su carta Fedrigoni Tintoretto Gesso UWS, mettono al centro un'immagine fortemente evocativa del legame tra il produttore e la sua terra: una casa, simbolo di custodia e di identità, una “patria dell'anima” che emerge dal terreno e continua ad esserne parte, in un gioco di compenetrazioni tra i due elementi fustellati dell'etichetta. L'immagine della casa appartiene al gruppo di sculture “Paesaggi dell'anima” dell'artista giapponese Kyoji Nagatani. Una terra emersa che, saldamente, affonda le sue radici nei vigneti.

Still life: Maurizio Gjivovich